Il Denaro - 29.03.2008
di
Tonino Ferroleggi l'articolo
I riflessi dello specchio della realtà
Venerdì 4 aprile al Denaro (piazza dei Martiri 58, Napoli, ore 17) è in programma la presentazione dei libro di Michele Mezza e Rocco Pellegrini 'Gli uomini dietro gli specchi Percorsi e scorciatoie nei media senza mediatori°. Ne discutono, con gli autori, Lucio D'Alessandro (preside della Facoltà di Scienze della Formazione Università Suor Orsola Benincasa), Gianfranco Nappi (capo della segreteria particolare del governatore della Regione Campania), Francesco Pinto (direttore del centro Rai di Napoli) e Luigi Nicolais (ministro dell'Innovazione e Funzione pubblica). Modera Alfonso Ruffo, direttore del Denaro. L'incontro sarà trasmesso in diretta web su www.denaro.it
Gli uomini dietro gli specchi' ovvero come gli schermi stanno riformando i nostri ruoli. Borges e il suo villaggio immaginario, dove gli specchi si rifiutano di limitarsi a riflettere i volti degli uomini che hanno davanti preferendo riprodurre immagini proprie, diventano la metafora del postmoderno. Michele Mezza e Rocco Pellegrini descrivono, prendendo spunto dall'epistemologia borgesiana, il senso nuovo della società della rete e gli scenari politici ed economici che si stanno delineando. Gli schermi dei calcolatori, delle tv, dei cellulari di ultima generazione acquisiscono potere dal momento in cui diventano 'estensioni della coscienza attiva', protesi dell'agire umano come Derrick De Kerckhove (che cura la prefazione del saggio) li definisce. Il testo di Mezza e Pellegrini non è solo un libro. È la sintesi di una sperimentazione di quella che Pierre Levy definisce 'intelligenza collettiva'. Dalle aule universitarie a quelle virtuali di un googlegroup, di un blog e di un sito, un gruppo eterogeneo e numeroso di studenti, docenti, professionisti studiosi analizzano il 'media senza mediatori': la rete. Lo fanno quotidianamente interrogandosi sui nuovi scenari che il web sta disegnando e analizzando le dinamiche sociali e quindi politiche ed economiche che muovono la modernità. I temi di fondo, individuati dagli autori, sono due. Il primo è politico. È sancito il trapasso dal fordismo alla società della conoscenza. In questo contesto le identità di massa, che le ideologie politiche e le istituzioni tenevano insieme, si sfaldano e l'individuo diventa autore della sua autonomia. Simbolico, in tal senso, è il decentramento di calcolo dai grandi apparati alle istituzioni locali. Mezza parla in tal senso di federalismo e sussidiarietà digitale come strade da percorrere per raggiungere gli obiettivi di efficienza che una pubblica amministrazione sempre più informatizzata intende perseguire.
Questo desiderio di partecipazione e condivisione che si condensa in quella fase nuova che il web sta sperimentando. Ogni soggetto tende ad 'essere' nodo della rete, ad appartenere ad una comunità partecipando alla produzione del sapere indipendente dalle condizioni economiche. Il direttore della rivista 'Wired', Chris Anderson usa la metafora della lunga coda per descrivere una 'cultura non filtrata dalla scarsità economica'. La rete 'tende ad intrecciarsi all'articolazione del sistema economico', spiega Mezza, permettendo alle imprese, anche nella limitatezza delle risorse, di distribuire beni (materiali e immateriali) che rispondano a domande differenziate. Il messaggio, soprattutto per un paese come l'Italia che 'preserva la democrazia come l'innovazione, anziché praticarle' è forte: la politica e l'impresa devono interpretare questi fenomeni e sviluppare un percorso creativo. Per liberarsi dall'ancora delle inefficienze e dei ritardi, guardando agli interessi del singolo cittadino o consumatore come ad una nuova fonte di opportunità. Ed al villaggio globale come al mercato.
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