La pubblicazione dell’inedita tragedia Giuliano cacciatore di Melchiorre Zoppio, a lungo ritenuta perduta e conservata manoscritta in un codice della Biblioteca Oliveriana di Pesaro, offre l’occasione per una riflessione sulla vocazione teatrale dell’accademia dei Catenati di Macerata, fondata intorno al 1574 dal padre di Melchiorre, Girolamo Zoppio, e su quella bolognese dei Gelati, di cui il drammaturgo fu il principale promotore. La lunga dedicatoria da lui indirizzata a Serafino Olivier Razzali dà voce a una poetica tragica ricca di riferimenti culturali e mai disgiunta dalla prassi scenica in cui le posizioni personali dell’autore dialogano con quelle dei due sodalizi in un dialettico confronto con le più innovative sperimentazioni drammaturgiche coeve.
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