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Polidoro Virgili
Riccardo III
Un ritratto

A cura di Romano Ruggeri



Isbn: 9788893923675
Pagine: 136
Anno di pubblicazione: 2022
Collana: Ritratti di Pensiero

Onoratissimo Polidoro, le tue opere sono elegantemente e felicemente stampate. Nulla mi interessa, all’infuori dell’affetto che nutro per quest’uomo che è il migliore di tutti quelli che ho conosciuto. Non mi resta che esortare gli altri alla difesa delle buone lettere. Per il raggiungimento di questo obiettivo mi sembra che tu possa dare un contributo di grande importanza sia per questa tua singolare cultura, sia per l’autorità che godi su tutti, che ti deriva dalla dignità della tua condizione e dalla integrità di vita. Tu certamente mi avrai, per i meriti acquisiti da me, quale sostegno della tua gloria. 


Opus Epistolarum Des. Erasmi, ed. Allen, VIII, Oxonii, 1906, 1606, 1734


“L’Anglica Historia, come la stessa vita di Riccardo III, sottende una idea di storia intesa come strumento di comprensione della vita sociale in atto e insieme guida per l’azione politica. L’interpretazione della storia dell’Inghilterra per il periodo Tudor, divenne parte del canone della letteratura storica inglese. Dal malvagio zio Riccardo all’avido prelato Wolsey, l’Anglica Historia di Polidoro Virgili è diventata parte del mito nazionale. L’ambiguo e nero ritratto di Riccardo III dell’umanista urbinate sembra un duplicato di quello di Tommaso Moro. Sono entrambi, a loro modo, un prodotto del Rinascimento”.

Informazioni sull'autore
POLIDORO VIRGILI (1470-1555), umanista, storico e diplomatico, nacque a Urbino. Studiò lettere greche e latine a Padova e successivamente a Bologna, dove fu allievo di Filippo Beroaldo. Nel 1498 si fece conoscere all’interno della Respublica litteraria pubblicando l’Editio princeps del Proverbiorum libellus, una raccolta di adagia che fu successivamente arricchita fino all’edizione completa edita nel 1550, che prese il titolo definitivo di Adagiorum opus. Nel 1499 seguì l’opera certamente più famosa dell’umanista urbinate che ebbe grande diffusione e fortuna in tutta Europa: il De rerum invetoribus. Nel 1502 partì per l’Inghilterra dei Tudor, al seguito di Adriano Castellese, come sottocollettore denarii Sancti Petri. Nel 1506 il re Enrico VII gli commissionò la storia di Inghilterra: l’Anglica historia ebbe tre edizioni: la prima nel 1536, la seconda nel 1546 e quindi l’edizione definitiva del 1555. Infine i dialoghi editi nel 1545. Muore a Urbino nel 1555.

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