In questo libro si ricostruisce il processo di «rimediazione» di cui è stata protagonista quella rappresentazione del mondo fisico che era l’alchimia greca. Attraverso una disamina attenta delle fonti si mostra come fino al xvii secolo l’immaginario alchemico comunica una teoria prescientifica della materia. La trasparenza rispetto al reale di questa rappresentazione del mondo fisico è stata considerata adeguata, anche se con alcuni aggiustamenti, fino al Seicento, quando con l’elaborazione della teoria del flogisto il paradigma scientifico comincia a cambiare, per poi subire una vera e propria rivoluzione con le teorie di Lavoisier alla fine del Settecento.A seguito di questa evoluzione, la simbologia alchemica diventa un linguaggio opaco, autoreferenziale, basato sulla logica del segreto e passa dalla comunità scientifica alle società segrete.Emerge così anche un nuovo soggetto sociale: non più il filosofo, lo studioso che indaga le leggi della natura, ma il mago imbroglione che si ammanta di una presunta sapienza e pratica nuove modalità di comunicazione non avulse da qualche sfumatura di divismo, componente essenziale dei miti della nostra epoca.
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