La figura professionale dell’educatore è, al momento attuale, al centro di dibattiti, discussioni e tentativi di formalizzazione controversi e di difficile definizione; tale difficoltà si riferisce in particolare all’individuazione di percorsi formativi adeguati e coerenti con la natura complessa delle attività che l’educatore è chiamato a svolgere e dei contesti in cui opera. La consuetudine dell’educatore ad operare con e nella complessità gli impone la necessità di ancorare le pratiche educative su una costante e costruttiva riflessione riguardo l’utilità di abbandonare, come guida del proprio operato, modelli di azione lineari e poco flessibili privilegiando, invece, logiche di processo aperte e ricorsive. In questo senso, una funzionale riduzione della complessità può essere realizzata attraverso l’acquisizione, da parte dell’educatore, di un atteggiamento di costante ricerca e sperimentazione, che gli consente di esperire strategie innovative, flessibili e adattabili ai diversi contesti, di intraprendere nuove strade, di gestire costruttivamente cambiamenti e imprevisti, di esplorare altre possibilità, nuovi schemi di pensiero, rappresentazioni e immagini dell’educare.
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram