Siamo solo cittadini di casa nostra? Del nostro quartiere? O anche della nostra azienda? Fabbrica? Scuola? Università? Città? Nazione? Terra? Del cosmo? Spesso non riusciamo ad alzare lo sguardo oltre la nostra famiglia e temiamo il confronto con in diverso: l\'appartenenza - e la cittadinanza - è una questione destinata a svolgersi in confini angusti.Nella storia dell\'educazione si è spesso posto l\'accento o sulla formazione personale, come dimensione spirituale, creativa e soggettiva di autorealizzazione, o sull\'importanza dei processi e delle strutture sociali per il rinnovamento dell\'umanità. E\' tempo di trovare un\'ulteriore sintesi tra la dimensione della soggettività personale e quella dell\'oggettività sociale, è tempo di elaborare nuovi strumenti che agevolino processi di autoeducazione personale insieme a una presa di coscienza nei confronti della realtà politico-sociale.In questo testo le autrici propongono elementi di analisi e spunti operativi su alcuni strumenti (tra cui il bilancio partecipativo visto come laboratorio pedagogico) e sui processi educativi da essi attivati, che possano essere spazio-risorse pubblici-privati di condivisione e riflessione sociale e che possano farsi occasione di cittadinanza attiva, nonché opportunità di evoluzione personale nelle diverse età della vita.
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