La storia di Gaetano Cozzi è quella di un ragazzo scomparso in Russia, durante la tragica ritirata dell’esercito italiano nell’ultimo conflitto mondiale. All’anagrafe, si definisce “disperso”. Non “morto” dunque, ma “disperso” come la polvere che, mossa dal vento, si dissolve nell’atmosfera. Eppure Gaetano voleva tornare, vivere, avere una famiglia: lo ha scritto nelle lettere che ogni giorno, come aveva promesso, inviava alla fidanzata. Alcune di queste erano destinate a un figlio mai nato e neppure ancora concepito, ma così importante per lui da immaginare di potergli parlare. La parola “disperso” ha allora il suono di una grande ingiustizia contro la quale appare inutile ogni protesta. Esiste però la ricerca storica, la possibilità di far rivivere il nostro passato e restituire un’identità alle tante persone scomparse. È così che, un giorno, il taccuino di un reduce rivela una traccia, accanto al nome di Gaetano è indicata una data, un luogo misterioso e una parola: “deperimento”.
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