Nell’America degli anni Quaranta e Cinquanta, il dissenso politico fu pressoché inesistente. Alla progressiva scomparsa delle forze riformatrici e alla perdita di peso di quelle liberal e democratiche che erano state in prima fila nell’Amministrazione Roosvelt, corrisposero la dissoluzionee l’emarginazione dei gruppi di sinistra che avevano guidatoil dissenso e l’opposizione sociale e politica. Tuttavia il radicalismo non scomparve completamente. Un filone di radicalismo sopravvisse, venne fatto proprio da una ristretta minoranza di intellettuali e trovò espressionein alcune riviste politico-culturali a tiratura limitata. Politics e Liberation furono tra tali pubblicazioni. Le due riviste, pubblicate in periodi diversi – Politics dal 1944 al 1949 e Liberation dal 1956 a tutti gli anni Sessanta – furono significative della reazione al clima politico,sociale e culturale dominante. Gli intellettuali che collaborarono alle riviste rappresentarono all’epoca una minoranza esigua che rifiutava il patrimonio ideologico marxista ed era altrettanto critica del liberalismo,riscoprendo correnti di pensiero proprie della tradizione americana e sottolineando la dimensione etica dell’impegno politico. Queste idee e proposte risultarono per certi versi profetiche, poiché più tardi sarebbero state riprese non solo nell’America degli anni Sessanta, ma anche in tutto l’Occidente, e con ben più forza di quella costituita daalcune piccole riviste, cioè nella realtà dei nuovi movimenti sociali e politici che avrebbero tentato di spostare il pendolo della storia dalla parte dell’innovazione.
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