Una densa ricerca etnografica che restituisce le modalità di produzione e rappresentazione del patrimonio alimentare locale in un’area della Toscana contemporanea a partire dalla documentazione dei processi che animano lo spazio/tempo del patrimonio. Le declinazioni localistiche delle politiche patrimoniali, nelle pratiche e nelle retoriche, mobilitano istituzioni, attori e gruppi di interesse. Ed è proprio nell’incontro tra politiche transnazionali – come quelle promosse dall’associazione Slow Food e dalla Comunità Europea – ed il capitale sociale, economico e storico-culturale locale che si palesano i processi di selezione e manipolazione del passato, che ridefiniscono appartenenze e poste in gioco della località. L’osservazione della vita sociale che si anima intorno a soggetti e oggetti mostra come le categorie di tradizione e di autenticità sorveglino il labile perimetro del patrimonio, investito di significati che vanno ben oltre le intenzioni di recupero nostalgico. Gli oggetti del patrimonio si qualificano come stili di consumo distintivo, vettori di istanze etiche, estetiche e identitarie. Così, il patrimonio definisce ‘cittadinanze’ e gradi di appartenenza, espressi nelle diverse soggettività in transito nel mondo locale.
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