E se qualcosa di apparentemente scontato, nella nostra storia prossima, fosse ancora, nella sua essenza, da pensare? Se la strategia della tensione non riguardi solo il nostro passato ma anche il futuro? Sono queste le tesi paradossali con cui il libro si apre e si chiude. Il testo avanza la suggestiva ipotesi che la strategia della tensione non possa essere letta solo come esito del clima di guerra fredda creatosi in Europa dopo il secondo conflitto mondiale, ma vada soprattutto interpretata come il portato della “Guerra civile europea” che, a partire dal 1917, lacera il tessuto sociale e politico del Vecchio Continente. Come indicato dai cosiddetti “pensatori della crisi”, a cavallo degli anni Venti del secolo scorso, le pulsioni palingenetiche suscitate dalle moderne ideologie rivoluzionare, agendo all’interno del problematico quadro economico, politico e sociale del tempo, contribuiscono in modo essenziale alla comparsa di un modello conflittuale di politica che si riverbera durante tutto il secolo. Dopo la fase definita da Nolte “Seconda guerra dei Trent’anni”, che va dal 1914 al 1945, nei paesi occidentali, democratizzatisi dopo le sciagure dei totalitarismi, permangono polarità irriducibilmente conflittuali quali comunismo e nazionalismo, rivoluzione proletaria e rivoluzione conservatrice, marxismo-leninismo e tradizionalismo. Di lì a poco si sviluppa, soprattutto in Italia, vero laboratorio politico dei terrorismi di vario colore, una serie di scontri politico-sociali a bassa intensità. È a partire da qui che il testo si dedica a svolgere una riflessione critica sulla “silloge” di opinioni, di destra, di centro e di sinistra, riportando, a tale proposito, le interpretazioni di alcuni dei personaggi politici più in vista degli anni Sessanta e Settanta, sul significato proprio da attribuire alla formula “strategia della tensione”. Ed è sempre da qui che individua la vera catastrofe rimasta sullo sfondo: il destino bio-politico di ogni ideocrazia, la volontà di trasformare i corpi in luogo di esercizio della volontà di potenza su base soggettiva.
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