Queste lettere inedite di Vincenzo Cardarelli a Riccardo Bacchelli, da tempo mancanti nel panorama epistolare del poeta tarquinese, si presentano come un importante documento, umano e letterario, per indagare più a fondo il poliedrico rapporto tra i due corrispondenti. Il corpus offre una nuova prospettiva di lettura sia in merito alle reciproche influenze poetiche nella fase dei rispettivi esordi, sia rispetto alla posizione di Cardarelli nel binomio intellettuale che lo legava allo scrittore bolognese. Vi si impone infatti il ruolo chiave che il poeta svolse come promotore, editore e critico delle opere di Bacchelli, con conseguenze piuttosto rilevanti sulla pubblicazione e diffusione dei testi di quest’ultimo. Lettera dopo lettera, dai primi confronti epistolari sui Poemi lirici e sui Prologhi fino all’esperienza della «Ronda», si ha la sensazione che nel quindicennio epistolare con Bacchelli ci sia tutto l’uomo e il poeta Cardarelli, che svela attraverso la dimensione privata l'«autobiografismo metafisico» (Contini) delle sue future prose. La scrittura privata torna quindi a mostrarsi, con rinnovata intensità, il luogo privilegiato di costruzione del sé del poeta, rendendo il suo epistolario uno dei più vivi e interessanti spaccati culturali del Novecento.
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