Prima che la fiaba sia riconosciuta come genere letterario, i temi, le situazioni, i personaggi e gli stupori circolano nel mondo della novella. Un incontro felice e necessario.
Fiaba e novella hanno in comune due aspetti: la narrazione è breve, l’azione veloce; tramandano in forma scritta il racconto orale. L’apparire del fiabesco nella novella sembra una velata poetica del narrare, una burla sul dire e il non dire, sul credere e il non poterci credere.
La fiaba prima della fiaba è un’antologia di brevi narrazioni che tracciano le diverse scie del fiabesco disseminate lungo le maggiori opere della tradizione novellistica: il Libro de’ Sette Savi, il Novellino, il Decameron di Boccaccio, il Pecorone di Ser Giovanni, le novelle di Sercambi, Il Paradiso degli Alberti di Gherardi, laFavola di Machiavelli, le Novellae di Morlini,Le piacevoli notti di Straparola, Il peregrinaggio dei tre giovani figlioli del re di Sarendippo dell’Armeno, Le sei giornate di Erizzo, La lucerna di Pona.
Dodici capitoli che illustrano l’incubazione e la liberazione di un genere di racconto in cerca del suo spazio letterario.
Gli parve in sogno vedere la donna sua andar per un bosco assai bello, il quale essi non guari lontano alla lor casa avevano; e mentre così andar la vedeva, gli parve che d’una parte del bosco uscisse un grande e fiero lupo. (Boccaccio)
Passando adunque Fortunio or stagni or valli or monti ed altri alpestri e salvatici luoghi, finalmente una mattina tra sesta e nona giunse ad uno folto ed inviluppato bosco; e dentro entratovi, trovò il lupo, l’aquila e la formica. (Straparola)
Io, all’esempio loro, nell’estremo bisogno volli far prova se l’erba la vita al defonto render poteva; né tantosto su ’l cuore posta gli fu, che lo spirito della vita quasi da un sonno si risvegliò nel suo seno. (Pona)
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