Questo libro ha l’obiettivo di fornire materiali e contributi utili alla realizzazione delle politiche sociali. È composto da diversi capitoli, ciascuno dei quali si occupa di un documento significativo o “classico” sul welfare, “scomponendolo” nei suoi elementi essenziali, analizzandolo in profondità, integrandolo con ulteriori contributi e utilizzandolo come fonte di indicazioni per lo stato sociale di oggi.
I capitoli prendono in esame il Piano Beveridge del 1942, il Rapporto sulla miseria predisposto per la Camera dei Deputati nel 1951, il saggio di Ugo Ascoli del 1984 sul welfare all’italiana, la Relazione finale che la Commissione Onofri realizzò nel 1997, il Rapporto di valutazione del Reddito Minimo di Inserimento e un’interessante proposta di Maurizio Ferrera, il “neowelfarismo liberale”. L’Introduzione ricostruisce origine e sviluppo del welfare state in Europa; le Conclusioni mettono in evidenza le ragioni per cui oggi abbiamo ancora, quasi più di ieri, bisogno di sistemi efficaci, efficienti ed equi di protezione sociale contro le difficoltà che la vita pone a tutti noi.
Il welfare non è un costo (economico); piuttosto, sono le politiche economiche ingiuste che hanno un costo (sociale). Ci sono diritti non negoziabili che devono essere “slegati” dalla congiuntura economica, situazioni di marginalità alle quali si deve far fronte, problemi sociali la cui soluzione o, meglio ancora, la cui prevenzione giova alla collettività, al di là della spesa necessaria per contrastarli. Non intervenire per risolvere le difficoltà degli individui genera costi nel breve periodo, in termini di emersione del disagio sociale, e nel lungo periodo, in termini di prestazioni riparatorie spesso difficili e dispendiose. Il welfare è un investimento, perché proteggere le persone dalla sofferenza sociale significa vivere in un mondo più giusto e più sicuro.
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram