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Arcimboldo perugino - presentazione

Leopoldo Teglia
I caduti di Zeithain
 
Ricerche del Cimitero 1962-1991

Marco Terzetti (a cura di)


Isbn: 9788893924221
Pagine: 114
Anno di pubblicazione: 2023
Collana: Storia e storie

€ 15,00

La vicenda degli IMI, rimasta nell’oblio per interi decenni, è stata progressivamente svelata solo dopo la fine della guerra fredda, legata com’era agli spiacevoli ricordi di delusione, freddo, fame, sofferenze di cui pochi superstiti raramente parlavano. Non fa eccezione il Kriegsgefangenen di Zeithain (ospedale militare di riserva per prigionieri di guerra), uno dei luoghi in cui perirono moltissimi IMI. Negli anni 90 del ‘900, periodo di distensione che seguì la guerra fredda, le autorità della DDR (Germania Est), cambiando atteggiamento,  consentirono di reperire i resti dei caduti e dare loro degna sepoltura. Grazie agli sforzi e alle opere di P. Luca M. Airoldi e del T.Col. Leopoldo Teglia, tenaci e appassionati ricercatori. Questa pubblicazione del racconto di Teglia vuole riproporre, a distanza di oltre trent’anni, il tema e la vicenda.



Informazioni sull'autore

Leopoldo Teglia (Arezzo, 1923-Perugia, 2010) Originario di Arezzo, dopo aver frequentato il Corso allievi ufficiali a Bra (CN), viene assegnato al 1° Reggimento Artiglieria della Divisione “Cacciatori delle Alpi”, con il quale durante il conflitto prende parte alle operazioni sul fronte francese, in Albania, Grecia e Montenegro. È in seguito assegnato alla Divisione “Brennero”, nel 9° Reggimento Artiglieria. Di stanza ad Argos, nel Peloponneso, viene catturato dopo l’8 settembre e, dopo un breve passaggio nello Stalag di Mühlberg, è inviato con altri ufficiali in Polonia, a Beniaminowo, dove giunge il 4 ottobre (matr. 5404/333). Nei primi mesi del 1944, a causa dell’avanzata dell’Armata Rossa, è trasferito a Sandbostel. Qui però si ammala e il 12 novembre 1944 è avviato con altri ufficiali alla volta di Zeithain. Vi resta fino al 23 aprile 1945, quando, come quasi tutti i prigionieri in grado di camminare, abbandona il Lager su ordine delle truppe sovietiche, fuggendo verso Elsterwerda. Dopo 15 giorni rientra a Zeithain, ma, temendo il lungo rientro via Odessa prospettato dai liberatori sovietici, abbandona il campo nel mese di giugno con l’aiuto di alcuni ex prigionieri polacchi, giungendo prima a Grimma, poi a Stoccarda e infine a Mittenwald e rientrando in Italia nel luglio del 1945.

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