Binazzi Massimo
Massimo Binazzi (Perugia 1922-1983) al teatro non ha dedicato solo la sua attività di scrittore. Con la regia, prima di costituire “L’informativa ’65”, si era già messo in luce al Teatro Romano di Gubbio, con le rappresentazioni della
Fedra, delle
Troiane e dell’
Edipo di Seneca che Mario Apollonio e Vito Pandolfi recensirono con grande favore. La messa in scena di autori contemporanei “arrabbiati” (Arrabal, Halliwell, Orton, Triana, Schisgall) è culminata nel 1962, con la regia de
Il calapranzi di Pinter, che tanto piacque a Edward Albee. Harold Pinter, in quegli anni, era ancora completamente ignorato dalle compagnie italiane. E, sempre con Pinter (
Il compleanno), ottenne nel ’73, un altro grosso successo in due teatri di Milano. Binazzi ha ricevuto i seguenti premi: per
Le furie, nel 1954, l’I.D.I. – Piccolo Teatro di Milano; per
Gli estranei, il “Riccione”, nel 1957, poi rappresentato al Teatro del Convegno di Milano. Nel 1967, ottenne ancora il “Riccione” per
La paura e, nel 1978, quello “Perugia” per
La favola d’Orfeo. La sua polivalenza culturale e professionale si è espressa anche nel curare versioni ritmiche di molte opere per la R.A.I., tra le quali emerge la
Kovancina di Musorgskij nella strumentazione di Shostakovic. Ha realizzato la versione ritmica di
Happy end di Brecht e Weill per gli Incontri Musicali Romani, tenutisi al Conservatorio di Santa Cecilia nell’ottobre del ’76; oltre a quella di alcuni Lieder del primo Schönberg.
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