Corriere dell'Umbria - 06.08.2006
di
Pierluigi Grassellileggi l'articolo
Un libro di Leonello rosi fa il punto sul rapporto tra Umanesimo e capitalismo.
L' impresa che guarda prima alla persona
'Umanesimo e Mercato imprenditori o capitalisti?', libro pubblicato, presso Morlacchi Editore, da Leonello Tosi, funzionario camerate, con esperienze di studio, di associazionismo e politiche, è un libro che va a fondo nell'analisi del tessuto suto economico contemporaneo. L'autore, noto in particolare agli operatori economici della provincia e della regione, per la sua esperienza non si sottrae dal lanciare riflessioni importanti, concentrandosi soprattutto sul ruolo dell'imprenditore che deve stringere un patto con i lavoratori per una maggiore sostenibilità economica e sociale dell'attività produttiva.
In modo piano, con una prosa fluida e vivace, ricca di punte polemiche e tendente a rimarcare le contrapposizioni volta a volta descritte, Tosi ripercorre in questo libro gli sviluppi dell'attività economica dall'antichità ai giorni nostri, cercando di inquadrarla a grandi linee nel più ampio contesto culturale e politico. La chiave di lettura principale del libro, che offre moltissimi spunti di riflessione, è il rapporto tra economia e umanesimo, ricostruito attraverso l'evoluzione del concetto di lavoro, e più in particolare tra i principi e le regole del mercato e la ricerca della dignità e della promozione dell'uomo. Nell'analisi retrospettiva, che occupa la prima parte del libro, va segnalata l'attenzione che l’autore dedica al fiorire dell'economia moderna sviluppatasi nelle comunità monastiche medievali, che si allarga alle città e ai liberi Comuni, attuando un'organizzazione economica e sociale che pone l'uomo al suo centro. Poi, con la prima rivoluzione industriale l’uomo tende a diventare sempre più accessorio della macchina, e si manifestano con sempre maggior virulenza processi di sfruttamento e di alienazione dei lavoratori.
L'Autore scrive pagine efficaci sul passaggio dal capitalismo di accumulazione al capitalismo consumistico, sull'affermazione spettacolare e sugli effetti laceranti del capitalismo finanziario degli ultimi decenni del secolo scorso e sull'intreccio tra finanza, new economy e globalizzizione: la logica del profitto, l'espansione delle multinazionali e la forza dirompente della speculazione si risolvono in un attacco micidiale ad un rapporto accettabile tra mercato e umanesimo.
Passando ad analizzare la realtà economica dei nostri giorni, Tosi opera una distinzione netta tra le imprese con finalità chiaramente speculative e quelle imprese che si occupano di realizzare un progetto imprenditoriale rischioso, in cui l'imprenditore investe i risparmi suoi e della famiglia, gioca la sua reputazione professionale, e commisura i risultati alla realizzazione del disegno iniziale. Tosi si concentra su queste imprese, di cui conosciamo molteplici esempi, e che rappresentano la nervatura del sistema economico nella nostra come in altre regioni d'Italia, e sui loro raggruppamenti, per i quali parla di sistemi territoriali d'impresa.
In corrispondenza, egli ritiene che si possa concepire un superamento del conflitto tradizionale tra capitale e lavoro, con piena valorizzazione delle risorse umane, imprenditoriali e lavorative, sulla base di un patto sociale, fondato su fiducia reciproca e spirito collaborativo, per una sostenibilità economica e sociale dell'attività produttiva. Un'impresa 'umanistìca' di tale natura è del resto razionalmente in linea con i requisiti di un'economia, quale è l'attuale, volta alla ricerca continua di qualità e innovazione, che fa fortemente leva anche sulle motivazioni intrinseche, sull'applicazione del principio di reciprocità (insieme al contratto e al comando), sulla razionalità di squadra, e sul contemperamento più appropriato tra convenienza individuale (o di gruppo) e interesse generale.
Tosi non ignora le difficoltà che si frappongono alla diffusione ed al rafforzamento dei sistemi territoriali di impresa. In primo luogo, egli segnala il problema del credito, in presenza di un sistema bancario massicciamente a sostegno della grande impresa e della speculazione finanziaria. E invita gli imprenditori a coordinarsi per potenziare quelle istituzioni finanziarie che operano a loro favore e crearne di nuove, concepite per il sostegno delle piccole e medie imprese territoriali.
Sottolinea inoltre l'importanza di rafforzare le autonomie funzionali (Università, Camere di commercio, Fondazioni Bancarie) e le autonomie locali, in direzione di una sempre più effettiva sussidiarietà, sia orizzontale che verticale, riconoscendo al territorio il ruolo di dimensione di riferimento di rilievo, sotto tutti i profili più importanti. Come ha rimarcato di recente Giacomo Becattini, gli interessi e i sentimenti degli abitanti dei luoghi si pongono in posizione antagonista rispetto agli effetti del capitalismo selvaggio. Nei processi decisionali a livello locale (intendendosi il locale come nodo di reti globali) i cittadini possono sviluppare una partecipazione effettiva e responsabile. A livello locale si possono cogliere le aspettative e le percezioni dei cittadini in tema di benessere, e si determinano molte delle condizioni che concorrono ad assicurarlo. Tosi conclude la sua riflessione orientando l'attenzione del lettore sul tema della ricerca del benessere e della felicità: il sistema di imprese territoriali, con la persona umana in posizione centrale, in un contesto di alta intensità di vita relazionale, può costituire una forza positiva, nel cammino verso la felicità. Tutta la discussione di Tosi si concentra sull'esame di finalità fondamentali dell'azione umana, dei singoli e della collettività (in primo luogo, il rispetto e la promozione della persona): si noti la differenza radicale rispetto alla tendenza oggi prevalente, e disumanizzante, peculiare dell'individualismo metodologico, a discutere solo sui mezzi.
Università degli Studi di Perugia
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