Il libro si propone di analizzare le opere degli scrittori dissidenti della seconda metà del Novecento nel contesto dello stato autoritario sovietico, esaminando in particolare il tema del viaggio immaginario. La scelta di descrivere i viaggi immaginari da parte degli scrittori dissidenti nel contesto della società autoritaria è molto significativa: non potendo viaggiare liberamente a causa delle rigide restrizioni riguardanti gli spostamenti all’estero, essi comunque riuscivano ad evadere da una realtà asfissiante e opprimente grazie alla forza della fantasia. La narrazione dei viaggi immaginari diventa così uno strumento per affermare la libertà di espressione, un antidoto contro il potere della propaganda ufficiale dello Stato. Le opere selezionate nel corso della ricerca sono state analizzate prestando particolare attenzione all’intertestualità artistica e culturale, che a sua volta riflette un continuo collegamento con il retaggio della cultura mondiale.
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