È un motivo che, con ogni probabilità, è destinato a ossessionare chi scrive e il lettore. "Tutto quello che vorremmo sapere sulla mente". Già. Ma cosa vorremmo sapere? Quali risposte dare? Come costruire una soluzione che sia appagante e che cioè abbia la forza di svelarci i segreti più recessi del nostro io interiore, della nostra identità personale? Questi e tanti altri interrogativi si pongono nelle pagine di questo libro. Le risposte, va da sé, non saranno definitive – ma abbiamo appreso che nella scienza nulla si dà mai di definitivo. Abbiamo tuttavia buona ragione di proporle, anche perché le informazioni accreditate in questi ultimi due o tre lustri, tutte distese nell'ambito delle scienze neurologiche, tra neuroni, sinapsi e zone corticali, aiutano a capire certi accadimenti e di sicuro obbligano a ripensare certi convincimenti che pure abbiamo posto alla base della ricerca didattica degli ultimi anni del secolo XX. La didattica, divenuta scienza autonoma, quantunque abbia allargato il suo campo di indagine non limitato, come nel passato, alle tecniche o alla metodologia dell'insegnamento, ha la sua parte teorica che rivela una forza sviluppativa d'eccezione e che invita a tenere aperto il capitolo delle sue conoscenze che le conferiscono una sicura base epistemologica. Il confronto con le neuroscienze è dunque assolutamente necessario anche per la specificità delle indicazioni che fornisce alla pratica della formazione. Ciò spiega, in qualche misura, il nostro impegno, allineandoci sulla frontiera della medicina e delle scienze umane in perenne dialogo fra loro per la conoscenza, la più oggettiva possibile, dell'uomo, delle sue risorse, delle sue attese, delle sue speranze.
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