La scuola italiana, rinnovata nelle strutture e nei contenuti, ha urgente bisogno di ripensare fin dalle fondamenta strategie e metodi d’insegnamento. In un progetto didattico innovativo acquistano significato e spessore alcune tecniche di uso comune e procedure largamente praticate nella classe. Tra queste, innegabilmente, la valutazione assume la rilevanza maggiore. Occorre insistere, allora, sulla filosofia che la legittima e sulle forme attraverso le quali si esercita, non soltanto sugli apprendimenti dell’alunno ma anche sulla funzionalità e sulla qualità dell’istituzione.Annalisa Morganti riflette su questo «tema caldo» della didattica contemporanea, applicandone le derivazioni sui contenuti della cultura espressa nelle forme che la costituiscono, cioè la lingua, la scienza, la storia, l’arte e la religione che rappresentano gli elementi fondamentali dei saperi disciplinari ottenuti e ordinati conseguentemente alle loro intersezioni.Il libro può fungere così da «riserva» per la progettazione dell’azione educativa, scandendone tempi e modalità, senza trascurare le forme di valutazione in itinere, quantunque la valutazione sia accreditata, sulla scia della scuola bruneriana, come forma di intelligenza pedagogica, perciò impiegata per conoscere le necessità formative della persona da educare e per valutare appieno le risorse o, per meglio dire, il potenziale creativo che ciascuno custodisce dentro di sé. Ne deriva un’indicazione netta, perché il detto e le implicazioni che riserva siano assunti dagli studenti, soprattutto da coloro che nella scuola operano, come «materiali supplementari» per lo svolgimento efficace delle attività volte ad apprendimenti significativi.
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