Insegnare agli indiani a leggere perché potessero poi comprendere la Bibbia e abbracciare così il Cristianesimo fu l’obiettivo di un esiguo gruppo di predicatori puritani, a metà Seicento nella Nuova Inghilterra. Il loro principale ispiratore fu John Eliot, che tradusse la Bibbia stessa e altri testi canonici in una variante della lingua algonchina. Al suo fianco, Daniel Gookin nelle vesti di magistrato, capitano, deputato e poi anche etnografo, si identificò pienamente con questo obiettivo e si trovò a raccontarlo con passione e accuratezza.
Il progetto, che si sviluppò soprattutto nella colonia del Massachusetts, prevedeva la realizzazione di scuole destinate alla formazione di giovani indiani che avrebbero a loro volta divulgato il sistema culturale e religioso inglese presso le loro “nazioni”. Agli indiani convertiti, o Praying Indians, come erano chiamati, veniva chiesto di abbandonare la loro organizzazione sociale e di adottare nuovi metodi di coltivazione, nuove regole di convivenza e di comportamento. Furono costruiti quattordici villaggi dove queste piccole comunità avrebbero dovuto prosperare, configurando l’attuazione di un inedito modello di vita sociale e religiosa che anche la Vecchia Inghilterra avrebbe guardato con interesse. Lo scoppio della guerra di Re Filippo, ma anche le precarie basi su cui l’esperimento si fondava, posero fine quasi definitivamente al piano di evangelizzazione. Gli indiani convertiti furono attaccati sia dagli altri indiani che dai coloni inglesi e pagarono molto duramente la loro ambigua collocazione.
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