Tra il Seicento e il Settecento, l’Inghilterra della dinastia degli Stuart e degli Hannover conobbe una notevole espansione delle esplorazioni nel Nuovo Mondo, che influì non poco sulla produzione letteraria del tempo, con la nascita del romanzo realista. Diversi viaggiatori inglesi avevano scritto diari e resoconti sulla Carolina prima che John Lawson vi si recasse. Partendo, probabilmente, dai riferimenti cartografici dei suoi predecessori, Lawson si inoltrò in un’avveniristica esplorazione delle zone vergini della Carolina, imbattendosi nell’universo dei nativi d’America, ancora poco conosciuti. Nuovo viaggio in Carolina, pur contenendo anche una relazione sugli aspetti geografici e naturalistici della colonia, si staglia per l’analisi dettagliata della vita degli indiani locali, configurandosi come un prezioso documento di carattere antropologico che avrebbe avuto un’importanza basilare per la ricostruzione storica delle popolazioni autoctone della costa orientale. Il genuino interesse di Lawson nei confronti di quest’ultime è testimoniato dall’attenzione da lui dedicata alla loro lingua: il testo contiene, infatti, un ricco glossario con la traduzione di lemmi ed espressioni in più di un idioma indiano, una vera novità per i tempi. Il suo studio del patrimonio linguistico e culturale dei nativi d’America si caratterizza come strumento di comunicazione con un mondo altro e, senza dubbio, ebbe il merito di orientare le esplorazioni successive verso orizzonti di conoscenze suggestive, che Lawson, da parte sua, pagò purtroppo con la propria vita.
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