Definito l’“Aristofane” e lo “Shakespeare” viennese, Johann Nestroy (1801-1862) è forse la voce più rappresentativa del teatro popolare austriaco. Con più di ottanta commedie calcò le scene dei maggiori teatri periferici di Vienna, dove operò nei più vari e molteplici ruoli, da commediografo, attore e, non ultimo, direttore di teatro. Eclissatasi la sua fama dopo la morte, essa tornò a brillare quando Karl Kraus lo riportò in auge all’inizio del Novecento ribadendo il valore del suo lascito e la sua importanza non solo per il teatro, ma più in generale per la cultura dell’epoca. Armato dell’unico strumento della lingua, Nestroy si fece portavoce di una satira che prima e dopo i Moti del 1848 prese di mira società, politica e costumi, mettendo alla berlina ogni aspetto della vita umana.
Con Il talismano (1840), brillante farsa sugli effetti del pregiudizio, inaugurò una fortunatissima stagione di commedie, considerate “classiche” e che tuttora, anno dopo anno, dimostrano la loro vitalità sui palcoscenici di lingua tedesca.
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