“In guerra si tratta di uccidere”: queste parole apparentemente ovvie di Elias Canetti sono forse le più oneste e risolutive mai dette sull’argomento. Di questo tema – nel senso musicale del termine – il libro presenta una serie di variazioni, senza aggiungervi nulla e senza illudersi di poterne dare uno sviluppo conclusivo.Si è voluto fermamente evitare la banalizzazione moralistica: siamo cattivi, violenti, portatori di “aggressività”, siamo manipolati e ingan-nati dal potere… Così non riusciamo più a vedere quello che c’è di follemente e assurdamente grande nella guerra.La guerra è l’enorme illusione di poter vincere la morte, di poterla uccidere. E quest’illusione rende forse più di ogni altra la misura tragica e abissale della condizione umana.Ma è ormai giunta, quest’illusione, alla svolta decisiva. Con l’arma atomica, la guerra non può più essere ciò che era. Proprio nel momento in cui è diventata tecnicamente possibile la guerra assoluta e totale, la guerra che uccide tutti e tutto distrugge, è venuta meno radicalmente la sua capacità di dare senso. Siamo al bivio tra fine della guerra e fine dell’umanità, ed entrambe le cose sono ugualmente possibili. In questo bivio è invitato a collocarsi il lettore: per quanto può, senza abbassare lo sguardo.
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram