“L’azione implica sempre un portato conoscitivo che non è prevedibile prima che essa sia stata attuata. Tra conoscere e agire vige un rapporto continuo e ineludibile che porta ad una permanente propagazione di saperi e di operazioni. In questo reciproco richiamo, agire e conoscere sono in una posizione di mutua e scambievole reciprocità, quasi strutturale, nel costruire e ricostruire le culture che, intersoggettivamente, viviamo. Questa connessione s’identifica e comprende anche un accompagnamento di sottofondo di saperi impliciti ed espliciti, di conoscenze dirette e tacite. Quando l’agire vuole qualificarsi come formativo diviene, allo stesso tempo, riflessione su questi ambiti culturali sia ben delineati, sia impalpabili e celati… Calare nel vivo la formazione, infatti, implica l’impegno di incontrare altre forme di inquadramento, altre cornici emotive e cognitive per concezioni che vanno dall’esistenza quotidiana all’idea mai preconfezionata di formazione, ma da costruirsi, almeno per una parte, mentre la si vive”.
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