"La presenza di alunni di provenienza straniera nelle classi, a cominciare dalle prime di scuola elementare, soprattutto nella secondaria superiore, pone degli interrogativi inquietanti sul piano didattico, volto, per ciò stesso, a facilitare l’approccio con l’universo culturale della lingua, della storia, della scienza, dell’arte e della religione come campi di applicazione della conoscenza. In un contesto siffatto l’apprendimento della lingua è fondamentale sia per assicurare una comunicazione franca e spedita tra le persone sia per comprendere i significati che la parole nasconde in relazione ai contesti d’uso e all’età del soggetto che si istruisce e va formandosi. Certamente una didattica della lingua, quindi la padronanza dei simboli significanti, ha bisogno di sollecitazioni e situazioni d’esperienza specifici, tali, cioè, da motivare l’azione e da fornire gratificazioni implicite alla persona che parla. Da dove trarre tuttavia questi elementi motivazionali? Occorre sicuramente partire da un clima affettivo all’interno del quale le operazioni si svolgono in solidarietà e in forme di cooperazione, senza discriminazioni e pregiudizi, perché tutti i soggetti coinvolti possono darsi l’un l’altro con lealtà e totalità."
resta aggiornato sulle novità editoriali e sugli eventi Morlacchi
Facebook
Youtube
Instagram